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“Mi dispiace, non riesco a farlo..fallo tu”: la personalità passivo-aggressiva

L’aggressività passiva si riferisce ad un modo di comportarsi che esprime rabbia ed ostilità in forma indiretta, attraverso la passività ed il masochismo. Grazie a questo meccanismo di difesa, si possono attaccare gli altri senza fare apparentemente nulla.
L’ aggressività indiretta si manifesta attraverso ostruzionismo, testardaggine, procrastinazione, resistenza alle richieste di prestazioni adeguate, inefficienza intenzionale, perdita di tempo, tenere il broncio, «dimenticarsi», fraintendere, sarcasmo, lasciare le cose in sospeso, eccessivo mangiare o dormire, compiacere gli altri (soprattutto l’autorità) per poi lamentarsi di loro, accusare malattie psicosomatiche, negare i propri sentimenti veri se qualcuno li riconosce, indifferenza, non cooperazione, invidia nascosta per i successi altrui, visione negativa del futuro. Sono tutti comportamenti finalizzati a trasmettere l’ostilità che non si ha il coraggio di esprimere apertamente.
Queste resistenze negativistiche sono di solito mascherate dietro ad un’apparente ed affettato sorriso di cordialità e disponibilità (ad es. si può riscontrare la facilità a chiedere perdono o ad ammettere le proprie debolezze per poi perseverare cocciutamente in esse). Il passivo-aggressivo prova ostilità verso gli altri, ma è spaventato, incapace o indisponibile ad esprimere apertamente l’aggressività, ha il bisogno di controllare gli eventi e le persone, ma in modo nascosto per evitare un’eventuale reazione negativa da parte degli altri ed il confronto a viso aperto.
Chi è ostile e aggressivo in forma passiva è nello stesso momento ostile e gentile, é nel continuo dilemma se essere sottomesso o assertivo, dipendente o indipendente; non sa decidersi se aderire o resistere alle richieste che gli vengono fatte. Risolve il dilemma con un compromesso: esprimere la rabbia in modo indiretto.

Le cause del disturbo
In psicologia clinica le origini del comportamento passivo-aggressivo sono associate ad un’educazione severa e contraddittoria, caratterizzata, nella fattispecie, da:

– Messaggi parentali contraddittori: i genitori sono stati poco coerenti nell’orientare il comportamento dei figli, alcune volte hanno premiato alcuni comportamenti, mentre altre volte li hanno puniti. Il bambino ha, pertanto, difficoltà a sviluppare una sufficiente sicurezza di sé che gli permetta di avere una linearità di condotta senza eccessivi oscillamenti.
– Un genitore controllante e l’altro passivo. Di solito si tratta di una madre dominatrice e di un padre assente, debole o passivo. Di fronte a due modelli così opposti, il bambino impara un tipo di comportamento che sintetizza controllo (madre) e passività (padre). Ad un genitore perfezionista, esigente, il bambino non può ribellarsi apertamente. Cerca allora canali alternativi di protesta che, però, non suscitino risposte eccessivamente punitive, ma attenzione e cura (si mangia le unghie, si bagna a letto, fa i capricci, non vuole mangiare, si intestardisce…). Impara un modo di esprimere il disappunto in forma indiretta e manipolatoria.
– Iper-protezione: i genitori controllanti sono di solito anche protettivi, per cui favoriscono nel bambino un’eccessiva dipendenza da loro. Ma il bambino super protetto fa fatica a sviluppare la fiducia di base nella propria autonomia. Quando è stato educato ad aspettarsi che gli altri gratifichino tutti i suoi bisogni, lui rimane dipendente dalle loro decisioni e impara a non esporsi chiaramente, a rimanere sotto protezione, con scarsa tolleranza alla frustrazione e allo stress e con la paura per decisioni proprie e autonome.
– Il mito della «brava» famiglia: è la famiglia dove non ci si confronta mai a viso aperto, non si difendono i propri diritti e soprattutto non ci si arrabbia mai. Chi cresce in un ambiente così, tenderà ad associare l’aggressività alla furia di un vulcano in eruzione e non capisce che la si può esprimere anche in modo costruttivo. Impara a fare ciò che viene richiesto, ma senza l’apporto della convinzione personale e di una decisione autonoma.

Trattamento terapeutico

Di solito le persone che presentano questo tipo di personalità si rivolgono ad uno psicoterapeuta per risolvere altri problemi, talvolta perchè vorrebbero cambiare qualcosa nella loro vita e non ci riescono. La psicoterapia, in tal caso, potrà essere un’occasione per lavorare sugli aspetti passivo-aggressivi del loro carattere, che inevitabilmente emergeranno nel corso del trattamento.

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