allattamento

L’allattamento e le sue problematiche

Il nutrimento è una funzione fondamentale fin dalla nascita, in quanto garantisce la sopravvivenza del neonato attraverso i riflessi di suzione e deglutizione. Tuttavia è possibile notare comportamenti differenti in ogni bambino nel ritmo nel succhiare, che può essere più rapido o più lento, con pause oppure ininterrotto.
Ci sono poi modi diversi di reagire alla frustrazione della fame: i bambini più intolleranti piangono e si disperano, altri tollerano questa tensione e rimangono tranquilli. Queste differenze in uno stadio così precoce dello sviluppo dipendono in gran parte dal temperamento dell’infante, ma nel corso dello sviluppo una parte importante la fanno anche le caratteristiche della madre e la capacità di rispondere alle esigenze del bambino.
Secondo diverse teorie psicoanalitiche l’interazione madre-bambino si struttura proprio sulla base dell’attività del nutrimento, su cui intervengono vari fattori.
Per Freud, l’atto del succhiare è messo in atto dal bambino non solo per ricevere nutrimento, ma anche per ottenere una sensazione di piacere legato alla stimolazione della zona orale (bocca), che è una zona erogena del corpo.
Winnicott sottolinea che la sensazione di piacere del bambino non dipende solo dalla stimolazione della zona orale, ma anche da tutti gli altri tipi di contatto con la madre durante l’allattamento, come le carezze, i contatti corporei, sguardi ed espressioni, parole, suoni.
Secondo Bowlby il piacere è legato anche alla soddisfazione del bisogno di attaccamento del bimbo alla mamma. Inoltre la suzione, oltre alla componente di piacere, presenta anche una componente aggressiva. Se il bisogno alimentare del bambino non è stato soddisfatto pienamente, l’assenza del seno materno può essere vissuta dal bambino come una perdita troppo frustrante, intollerabile, in quanto può rappresentare una minaccia di annullamento di sè, e scatenare fantasie aggressive da parte del piccolo.

Se la “prima poppata” viene a rappresentare il prototipo delle future modalità di interazione con l’ambiente e con la figura materna, ciò indica la significatività dell’esperienza dell’allattamento (sia al seno che artificiale) per la madre e per il bambino. Si tratta, infatti, di un’esperienza di reciprocità, che richiede un reciproco adattamento nella conoscenza, nel ritmo e nelle modalità di suzione.

Molto di questa esperienza dipende dal modo in cui la figura materna vive la propria condizione e, nello specifico dell’allattamento al seno, dal modo in cui sente profondamente l’attacco al suo corpo da parte del lattante. Le madri reagiscono in maniera diversa alle manifestazioni del bambino: alcune possono essere spaventate dalla sua avidità, altre andarne fiere, altre ancora possono esprimere con ansia il timore che una suzione lenta ed interrotta sia indice di future difficoltà o che sia manifestazione di una propria incapacità. Queste diverse reazioni dipendono strettamente dai fantasmi inconsci della madre, la cui riattivazione può rischiare anche di trascinare la coppia madre-bambino in una situazione patogena.

La reazione della madre ai comportamenti orali del bambino determina la qualità della relazione madre-bambino; se la madre ha scarsa empatia, cioè ha difficoltà a intuire e a soddisfare i bisogni di gratificazione del bambino sul piano relazionale e non solo su quello nutritivo, possono instaurarsi varie patologie nel bambino, molte delle quali riguardano il comportamento alimentare.

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